Cambio delle modalità di svolgimento dei Percorsi per fidanzati di iniziazione al Sacramento del Matrimonio.

Carissime coppie,

il preoccupante andamento epidemiologico di queste ultime settimane ci impone di cambiare la modalità di svolgimento degli incontri, che si terranno non più in presenza, come inizialmente programmato, ma in modalità on-line, almeno per il momento.

I calendari già pubblicati e diffusi rimangono validi in tutto, sia nei programmi che negli orari, ad eccezione dell’indicazione della sede, che invece sarà on-line.

Si conferma quindi l’inizio degli incontri sabato 12 febbraio 2022, ore 19.30, per la Forania di Telese.

Ci organizzeremo in questo modo:

  1. Basilare è la preiscrizione con invio della scheda alla mail ufficiofamiglia@diocesicerreto.it. Non prenderemo iscrizioni oltre il terzo incontro.
  2. Dopo l’iscrizione, per ogni percorso sarà formato con gli iscritti un gruppo WhatsApp nel quale vi forniremo informazioni e materiali.
  3. Qualora nel prosieguo sarà possibile svolgere gli incontri in presenza lo comunicheremo sul gruppo WhatsApp.
  4. Gli incontri si svolgeranno su Google Meet ad un link che sarà comunicato nei prossimi giorni sul gruppo WhatsApp.
  5. Le coppie iscritte, qualora ne siano sfornite, dovranno quindi dotarsi di un account Google e preoccuparsi di seguire “insieme” il percorso.
  6. La stanza virtuale sarà aperta circa 15 minuti prima dell’incontro al fine di permettere a tutti di collegarsi e risolvere eventuali problemi tecnici.

Per qualsiasi INFO potete rivolgervi a:

Antonio – 366 6864566

Mena – 347 3732911

Antonio Festa e Mena Rubino

Parte il corso PREMATRIMONIALE

E’ IN PARTENZA IL PERCORSO PER LE COPPIE IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO DELLA FORANIA DI TELESE PER IL PERIODO 2021/2022.

GLI INCONTRI SI TERRANNO OGNI SABATO A PARTIRE DAL 12 FEBBRAIO 2022 – ORE 19.30, PRESSO LA CHIESA SANTO STEFANO IN TELESE TERME (BN), AD ECCEZIONE DEGLI INCONTRI LABORATORIALI LE CUI DIVERSE SEDI SARANNO COMUNICATE DURANTE IL PERCORSO.

CLICCARE QUI DI SEGUITO PER ACCEDERE A MAGGIORI INFORMAZIONI

Discorso per l’inizio del ministero di co-parroco di don Giammaria Cipollone

Eccellenza reverendissima, caro don Giuseppe, cari confratelli, amiche e amici cari,

È sempre bello come comunità stringersi attorno al Vescovo che rappresenta l’unità nella nostra chiesa, soprattutto in questo giorno importante e bello, in cui celebriamo sotto lo sguardo di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Ci sentiamo sempre più popolo in cammino perché popolo amato.

Grazie a voi, don Giuseppe, Padre, Fratello e Amico, per aver osato e sognato con noi e per noi, stimandoci e accompagnandoci con forza paterna, in questo cammino che inizia oggi per questa nostra comunità parrocchiale di Santo Stefano, un cammino sicuramente bello, ma non scontato, quasi come segno profetico del cammino sinodale che stiamo vivendo come Chiesa.

Ciò che ci entusiasma e sostiene il nostro sforzo è il Bene di questa comunità. Essa vuole vedere da noi una qualità di relazione che non sia semplicemente dettata dalle simpatie, dai favori, dall’interesse ma, poiché le relazioni che noi viviamo sono animate incessantemente dallo Spirito, essa deve essere dettata unicamente e soltanto dall’amore, dal rispetto, dall’essere tutti e sempre come il buon samaritano che si prende cura, che è capace, come ci dice il Vangelo, non di amare perché sei stato amato ma di amare per primo, di amare senza ritorno, di amare senza interessi, di amare tutti, di amare nonostante tutto, di amare il tutto. E noi, come parroci, abbiamo l’unico desiderio che è quello di aiutarci e aiutare la comunità a vivere relazioni leali, libere e edificanti: la relazione fondamentale e fondante ogni nostra attività, che è la relazione con Dio, nella preghiera e nella vita liturgica; la relazione con gli altri, coloro che conosciamo, ma anche con coloro che, soprattutto per me, a poco a poco dovrò imparare a conoscere, in un clima di vera amicizia, di accoglienza e di rispetto. Ma ciò è possibile nella misura in cui ci prendiamo cura della relazione con noi stessi, in un cammino di sempre autentica, e mai scontata, conversione personale.

In questo momento non posso non aggiungere il mio personale ringraziamento a quello della comunità tutta per don Gerardo, che ha lavorato per anni con grande passione in questa vigna, sopportando il peso ed il calore della giornata tutta intera. Con voi, caro don Gerardo, ho condiviso con entusiasmo i miei primi passi nel ministero sacerdotale. Ora il Signore mi chiede di scendere con più responsabilità a lavorare nella Sua vigna insieme a voi; ci e mi chiede un di più, ci chiede di portare l’uno il peso dell’altro, un po’ come Pietro e Giovanni che corrono verso il sepolcro, uno più giovane e l’altro più anziano, ma sanno arrivare insieme all’appuntamento con il Risorto. Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, forse più veloci, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio. E col popolo di Dio ti senti sicuro, nel popolo di Dio, nella tua appartenenza al popolo di Dio hai identità. Dice un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”.

È questa, allora, la bellezza della Chiesa e per noi oggi ancora di più in questa fraternità presbiterale che non vuole mortificare l’originalità di ognuno né vuole essere una sterile somma di due individualità, di tanti io, ma vuole provare ad essere una epifania di fraternità di pastori. Un noi di comunione, che vive la bellezza di una relazione autentica, schietta, leale, che ha dinanzi il Bene unico per il quale abbiamo dato la vita e per il quale anche oggi ripetiamo, con entusiasmo e forse con qualche timore, il nostro Eccomi: il Bene del popolo di Dio, di questo popolo che il Signore, nella sua infinita misericordia e non per nostro merito, affida alla nostra cura e al nostro cuore di padri.  

Camminare insieme, vivere una vera sinodalità, si può solo se ci sosteniamo a vicenda.

Più che l’ansia di strategie pastorali e programmi efficienti, desideriamo insieme semplicemente continuare a tenere al centro della nostra vita parrocchiale il Vangelo di Gesù: Vangelo letto, meditato, pregato, vissuto, un vangelo celebrato nelle Famiglie che hanno la stupenda missione di trasmettere ai nostri figli la bellezza per una vita libera, onesta e generosa.

Questa fraternità sacerdotale che viviamo deve essere, allora, di stimolo e al tempo stesso sostenuta dalla fraternità nella comunità, a cui oggi, insieme, don Gerardo e io, facciamo appello chiedendo il sostegno forte della preghiera e della vicinanza amica, facendoci veri tessitori di incontro. Profetiche, penso, siano per noi, all’inizio di questa nuova missione, ciò che Papa Francesco ci consegna nella Enciclica Fratelli tutti: “Ecco un bellissimo segreto per sognare e per rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato… C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme… Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è”.

I sogni si costruiscono insieme, con l’atteggiamento del saggio del vangelo che sa trarre dal suo tesoro cose nuove e antiche (cf. Mt 13,52). La nostra Chiesa non può essere un museo delle cere o un laboratorio di utopie strampalate, perché, come ricorda Gustav Mahler, vivere nella tradizione “è saper custodire il fuoco, non adorare le ceneri”.

Abbiamo davanti una missione alta, bella, affascinante: è la missione del Vangelo, di una Parola che vuole arrivare a Tutti, non ai pochi o ai molti, e che continua ad incarnarsi nella storia di ogni giorno.

Lasciamoci sedurre dal Dio amore; lasciamoci, come i due di Emmaus, far ardere il cuore dal Dio che per noi spezza la sua vita; lasciamoci commuovere dal grido muto di chi ci passa accanto, soprattutto i poveri e gli ultimi; lasciamoci scomodare i piani dalla storia che ci chiede, come a Maria, fiducia piena e senza condizioni.

E per finire, ci sia permesso il grazie alle autorità civili e militari, al sindaco per le belle parole che ci ha rivolto, all’amministrazione comunale, con cui desideriamo continuare a collaborare nello di spirito di servizio al Bene Comune; a tutti coloro, che non solo oggi, si adoperano per preparare e vivere al meglio la celebrazione eucaristica (la corale e i ministranti); e a questo aggiungo, se mi è consentito, un grazie personale agli amici sacerdoti che sono stasera qui e che sono importanti per il mio cammino sacerdotale; come un saluto lo rivolgo ai tanti amici e amiche che vivono questi giorni lottando e in quarantena, ma che oggi sono presenti nel nostro cuore; un grazie anche alla mia famiglia, che mi ha saputo accompagnare e sostenere in questi anni in maniera discreta. Non a caso nel prendere l’ufficio di parroco si promette di tenere l’amministrazione come un buon padre di famiglia. Ed io ho imparato da loro a cercare di mettere al centro il bene di tutti.

L’ultimo e più importante grazie a voi, comunità di Telese, ricca di fede, di entusiasmo e di sogni, ricca di giovani, ma anche di difficoltà e di contraddizioni. Grazie per quanto avete fatto per noi in questi lunghi anni, grazie per la vostra testimonianza di fede e di carità e grazie per come avete accolto e accoglierete sempre più questo nuovo inizio, con responsabilità e fiducia.

Con l’apostolo Paolo, Don Gerardo ed io vogliamo essere semplicemente collaboratori della vostra gioia (cf. 2Cor 1,24). Collaboratori in quanto si agisce insieme, in compagnia, condividendo ed essendo concordi, con un cuore solo, come i discepoli delle prime comunità cristiane. Della vostra gioia: non mia, o di un altro, non esiste vera gioia se non quella realizzata e condivisa con e per la porzione di popolo che il Signore oggi ci affida. E allora, davvero, memori del passato e protesi verso la meta che è sempre Cristo, come ci ricorda ancora Paolo nella lettera ai Filippesi, dal punto in cui siamo arrivati, procediamo insieme (cf. Fil 3,16).

Che l’amore misericordioso del Signore e la potente intercessione della Santissima Vergine Maria, di Santo Stefano nostro patrono ci aiutino a vivere in comunione, a collaborare, a volerci bene e ad uscire verso tutti i nostri fratelli e sorelle che, anche senza saperlo, aspettano di incontrare un Dio che li ama e li vuole eternamente felici. Solo così saremo in grado di fare della nostra comunità, della nostra amata Telese, quella che San Paolo VI amava definire: la Civiltà dell’Amore.

Il Signore ci benedica, faccia splendere il suo volto e ci doni la sua pace, ora e per sempre (cf. Nm 6,22-27).

Don Giammaria, vostro parroco

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II Giornata dei Poveri

San Pio 2018